Ricordato Claudio Snider
a Villa di Chiavenna

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a Villa di Chiavenna

Nov 11, 2013 gianluca (0)

AffrescoSabato è stato presentato alla collettività e alla stampa il lavoro di recupero svolto sull’affresco del 1500 in contrada Specchi a Villa di Chiavenna.
L’intervento è stato promosso da SEV e sostenuto dalla Comunità montana della Valchiavenna, da Credito Valtellinese e dal Consorzio di Villa.
Durante la cerimonia sono intervenute numerose personalità locali e provinciali, presenti soprattutto per ricordare la figura di Claudio Snider, scomparso nel 2010, presidente del consiglio direttivo della Società Economica Valtellinese, e figura di rilievo del gruppo Credito Valtellinese.

Sposato e padre di due figlie, Caludio Snider – originario di Villa di Chiavenna – si era dedicato negli ultimi tempi allo studio e alla stesura dello “Statuto comunitario di valle” insieme al professor Alberto Quadrio Curzio. Fu proprio Snider a indicare nel recupero dell’affresco di Villa uno degli ultimi interventi di restauro.


 

Questa la lettera con la quale è stato ricordato durante la cerimonia di sabato.

AffrescoChiunque abbia conosciuto Claudio Snider ne serba un grato ricordo. Chi poi lo ha conosciuto bene per averlo frequentato o per averci lavorato assieme è stato un fortunato, perché si è arricchito della grandezza dell’esempio che ha lasciato senza che lui pensasse di farlo.
Se dovessimo scegliere nell’immenso nostro dizionario un aggettivo che facesse sintesi delle qualità dell’uomo, dovremmo ricorrere al più semplice, al meno elaborato: positivo. Ma per dare pieno senso ad un aggettivo così semplice dobbiamo dire qualche spiegazione.
Claudio Snider è stato uomo positivo in tutte le stagioni della sua vita, incardinata sin dall’infanzia su uno spontaneo senso della disciplina che lo ha distinto sui banchi della scuola e caratterizzato nel rigore del suo lungo impegno lavorativo e sociale. Una vita nutrita dei sentimenti più belli, scandita giorno per giorno nella pienezza di quei valori che sono una scelta definitiva e che fanno grandi ed indimenticabili le persone: la famiglia, il rispetto per il prossimo, l’intensità delle amicizie, la contemplazione e l’amore per la natura, la certezza che esista sempre una soluzione ai problemi e la coerenza nel ricercarla sui percorsi spesso più faticosi.
La passione per la musica, per la lettura, per tutte le manifestazioni dell’arte, per le vicende del mondo e degli uomini lo ha reso curioso di conoscere più a fondo e di capire prima e meglio le cose: lo ha reso più colto, più maturo, più preparato alle scelte e alle decisioni che hanno connotato di rara eleganza e di forte personalità tutta la sua esistenza.
L’incontro con Claudio Snider era sempre un momento di grande piacevolezza: un “evento” rassicurante per la pacatezza e la cordialità, per la lealtà che trasmetteva nello sguardo, per la premura e l’interessamento che dedicava all’altro: sempre garbato ed accogliente alla stessa maniera con tutti. E da tutti ricercato per un confronto, un consiglio e un aiuto che più di altri sapeva dare, soprattutto nell’ambiente lavorativo per via di una grande capacità di conclusione organizzativa e di metodo. Uno stile da vero “signore”, inimitabile per chiunque non avesse avuto quell’autenticità e quella vocazione ad una condotta rispettosa anche dei più comuni principi cristiani.
Instancabile ed energico anche nel passare degli anni, non aveva perso la fiducia nemmeno nel drammatico momento della malattia che lo aveva vinto mentre ancora stava lavorando e la sua ordinata grafia consegnava la sintesi di raffinati ragionamenti quasi fossero le note di uno spartito scritte per il suo amato pianoforte.
Sono passati tre anni e sembra di ascoltare ancora nell’aria la dolcezza e l’armonia di quella musica: l’ha scritta – per essere indimenticabile – un uomo semplicemente positivo.

Targa affrescoLa sua perdita, nei giorni appena antecedenti il Natale del 2010, ci aveva profondamente turbato.
Abituati a vederlo sempre uguale, giovanile, elegante, curato, sobrio nei gesti e negli atteggiamenti, non avevamo neppure potuto credere alla serietà  del male che lo aveva colpito, con la fiducia che lui fosse più forte e potesse esser  destinato alla longevità della sua adorata mamma, per la quale non tradiva l’amorevole dedizione, ogni volta che gli veniva offerta occasione di parlarne.  Così pure per la sua bella famiglia !
Il rapporto di lavoro con lui non poteva che essere improntato alla cordialità e al rispetto, che lui dava ed accoglieva come caratteristiche imprescindibili  della sua personalità. La sua educazione era rimasta scolpita nel tratto oltremodo signorile. Anche nel dibattito era contenuto, riflessivo, profondo e mai banale e sapeva sempre sciogliere  qualsiasi imbarazzo o difficoltà. Nella comunicazione era oltremodo pacato, corretto,  misurato nelle parole, positivo e propositivo in ogni ragionamento.
Amava l’arte in tutte le sue forme, le coltivava con passione e  nella musica  dava sfogo alla sua grande sensibilità, con talento vero per il pianoforte.
In questi tre anni ne abbiamo sentito la mancanza. Ci mancano il suo tratto gentile quasi di uomo d’altri tempi, la cordialità sincera, la competenza, arricchita da meticolosità e riflessione e mai sfacciata o prevaricatrice.
Ci mancano l’apertura al dibattito serio e leale e tutte quelle espressioni di raffinatezza e amabilità che erano solo sue, di Claudio Snider. Per tutto questo il ricordo è e sarà vivo  tra noi colleghi. 

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