La situazione la conosciamo bene anche noi in Valtellina.
Nel corso degli ultimi decenni, con l’abbandono dei pascoli in quota, la vegetazione piano piano ha riaconquistato terreno, finendo con l’occupare i terreni un tempo utilizzati per la pastorizia d’alpe.
Beninteso: non è una problema che tocca soltanto le nostre montagne, ma coinvolge molte realtà alpini simili dove però – in alcuni Paesi – si sta facendo qualcosa per trovare soluzioni operative.
Da un rapporto Cipra scopriamo che un’iniziativa austro-slovena e due progetti svizzeri puntano a recuperare i paesaggi trasformati dalle nuove abitudini delle popolazioni alpine.
Il progetto austro-sloveno ALPA punta a rivitalizzare i pascoli montani che rientrano nelle aree Natura 2000. Questi spazi fanno parte della rete di siti di interesse comunitario (SIC), creata dall’Unione europea per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie. . Qui, per rivitalizzare la pastorizia, si è deciso di compiere alcuni interventi basati su analisi socioeconomiche, identificando una gestione sostenibile e – cosa molto importante – un modello marketing per sostenere la promozione e la valorizzazione dei prodotti che derivano dalla filiera agroalimentare alpina.
Più vicino a noi, in Engadina, in Svizzera, si è chiesto aiuto a studenti e impiegati. Come? Facile: li hanno invitati a dare una mano nel taglio alberi per mantenere puliti i prati.